F.3.A.R. | Recensione

Versione Giocata: PC

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Fino a qualche anno fa l’horror su console era semplicemente rappresentato da titoli come Silent Hill o Resident Evil. Nel 2005 i ragazzi di Monolith Production sfornarono il primo capitolo di una trilogia che si proponeva come il punti di incontro tra l’horror e gli FPS: F.E.A.R. (First Encounter Assault Recon). La saga si è poi sviluppata quattro anni dopo con F.E.A.R 2 Project Origin e si va a concludere con F.3.A.R. Sfortunatamente però qualche cosa deve essere andato storto durante lo sviluppo… Che fine ha fatto la componente horror?

Alma è tornata

Filo conduttore dell’intera saga è l’oscura presenza di Alma, una bambina (ovviamente) dotata di oscuri poteri soprannaturali che sta mettendo sottosopra il mondo. Nostro compito, o meglio compito di Point Man, nostro alter ego durante l’intera saga, sarà quello di fermarla. Per la prima volta potremo impersonare anche il fratello di Point Man, Paxton Fettel, tornato dal regno dei morti e con particolari poteri soprannaturali. Sfortunatamente per poterci divertire nei panni di Paxton dovremmo attendere il completamento di almeno una partita. Le ambientazioni molto dispersive dei primi capitoli si riducono incredibilmente lasciando spazio a livelli egregiamente realizzati ma ben più lineari. La campagna dura all’incirca 8 ore attestandosi nella media degli sparatutto attualmente sul mercato.

Le dimensioni contano

Ovviamente i due personaggi utilizzabili sono ben caratterizzati sia per quanto riguarda il carisma sia per quanto riguarda le abilità. Point Man avrà come sempre la capacità di rallentare il tempo, unica piccola caratteristica che distingue F.3.A.R. da qualsiasi altro sparatutto. La vera perla del gioco sono le abilità di Paxton. Egli avrà infatti la capacità di assumere le sembianze di qualsiasi nemico rendendo così possibile uno stile di gioco variegato durante l’intera esperienza. Tornano ovviamente le sezioni a bordo di Mech, caratteristica distintiva della serie. Le armi sono tutte ben realizzate e con una buona caratterizzazione anche se non si distinguono dalla massa degli FPS.

Una riunione di famiglia

Fiore all’occhiello dell’intera produzione è la cooperativa a due giocatori. Potremo infatti riviverle l’intera campagna sia in locale che in multiplayer. Dal momento che l’intera produzione ha perso notevolmente la sua componente Horror durante la cooperativa l’attenzione del giocatore si concentrerà semplicemente sul punta e spara. La componente grafica fa il suo dovere senza mai spiccare per dettagli o effetti particellari particolari. Un punto a favore lo guadagna la componente del sonoro realizzata egregiamente.

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