Brink | Recensione


Versione giocata PS3

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Fin dal loro esordio su PC con Return to Castle Wolfenstein i ragazzi di Splash Damage si sono prefissi il compito di portare qualche innovazione nell’esperienza del gioco multiplayer ad ogni loro titolo. Tra i migliori ricordiamo sicuramente il loro penultimo lavoro: Enemy Territory: Quake nella quale la linea di demarcazione tra il lato singolo giocatore e multi giocatore era veramente sottilissima. Sfortunatamente il progetto non riscosse numeroso successo a causa della realizzazione tecnica non proprio impeccabile del titolo. Ora, qualche anno dopo, troviamo nei negozzi la loro ultima fatica: Brink.

Benvenuti sull’Arca

L’Arca, o per meglio dire The Ark, è una futuristica città nel mezzo dell’Oceano Pacifico, sorta come punto di incontro di incontro tra scienza e tecnologia. Durante i primi anni della sua esistenza tutto sembrava perfetto, ma un forte sovrappopolamento giunge come una piaga portando l’intera isola a dividersi. Le migliaia di abitanti si raggruppano in due gruppi ben distiniti e con le proprie idee: La Sicurezza, decisa a ristabilire l’ordine e la pace, e la Resistenza decisa invece ad abbandonare l’Arca. Come da copione il nostro compito sarà quello di schierarci con una delle due fazioni e portare a termine le numerose missioni poroposte dal titolo.
La trama presenta una classica struttura di svolgimento degli eventi che quindi non riesce a distinguersi per originalità, ma nonostante questo, durante le numerose partite la distinzione tra le due squadre sarà ben evidente.

Più unico che raro

Una delle scelte migliori di tutto il comparto tecnico del gioco è la possibilità di creare a nostro piacimento il nostro personaggio partendo da zero. Ovviamente non stiamo parlando di una semplice personalizzazione dell’inventario, ma di un completo editor che ci permetterà di stabilire ogni minimo dettaglio, dai capelli alle scarpe. Avremo a disposizione tre tipologie di corporatra (l’unica cosa non customizzabile) da scegliere e un’infinità di piccoli dettagli. Ovviamente la scelta della stazza andrà a modificare quelle che sono le abiltà innate del nostro alter ego. E’ ovviamente presente un sitema di classi: Soldato, Medico, Tecnico e Agente, ognuna con abiltà che potranno essere visluppate con il procedere dell’avventura.

La sottile linea “rossa”

Come avrete capito Brink non si presenta al pubblico come un semplice clone di MW o Battlefield, ma tenta di portare qualche cosa di innovativo eliminando completamente la differenza tra singolo e multigioctore. In questo titolo una volta entrati in una partita da singolo giocatore ci si può ritrovare immersi in uno scontro online senza alcun caricamento. Il matchmaking infatti è assolutamente inesistente aggiungendo durante la partita sempre più giocatori in carne ed ossa (tenendo conto ovviamente delle caratteristiche dei compagni che fino a quel momento erano controllati dall’ IA). Questo è sicuramente un bene dal momento che l’intelligenza artificiale è veramente ridicola, risultando la maggior parte delle volte un’ostacolo per il completamento delle missioni.

Più siamo meglio è

Quello a cui punta Brink è risultare uno sparatutto in cui la cooperazione la fa da padrone. Un pò come per MAG i Rambo solitari verranno puniti dal momento che la squadra dovrà necessariamente operare insieme per giungere alla vittoria. Ovviamente vi saranno obbiettivi primari e secondari da compiere e tutti i partecipanti alla partita dovranno darsi man forte per completarli. Se cercate un titolo da avventurieri solitari dirigetevi verso un’altra direzione.

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