Rayman Origins | Recensione

 

In tempi ormai superati, una Software House aveva fatto di una melanzana la sua mascotte, partorita dalla geniale mente di Michel Ancel e uscito per diverse piattaforme, tra cui la prima Playstation. Il gioco proponeva una classica formula da platorm in 2D dall’elevata difficoltà, ma poneva davanti agli occhi un design assolutamente stravagante e originale. Dopo la splendida evoluzione nel mondo del 3D con Rayman 2: The great escape e Rayman 3: Hoodlum Havok, la melanzana è stata dimenticata e sostituita dagli psicotici Rabbids, che a suon di minigiochi l’hanno fatta arrivare nel misterioso limbo dei videogiochi, almeno fino ad’ora.

Il ritorno della melanzana 

Il Maestro delle bolle, l’entità che ha dato i natali al mondo abitato da Rayman ed i suoi amici, è stato disturbato durante il suo lungo sonno, ecco quindi che dalle bolle escono degli incubi che prendono vita sotto forma di Darktoon, che mettono a soqquadro l’intero mondo, rapendo le 4 fate guardiane e imprigionando i graziosi Electoon, danneggiando l’equilibrio dell’universo. E’ questa la trama su cui si basa questa nuova avventura, semplice come al solito e più che mai in questo capitolo demenziale e scanzonata, perché è questo il tono che caratterizza questa nuova avventura, niente nobili e impavidi avventurieri, ma quattro amici che tra uno schiaffone e l’altro riportano la Radura dei sogni alla tranquillità.

Un’avventura per quattro

L’implementazione della modalità cooperativa a 4 giocatori è senza ombra di dubbio efficace, divertente e da al titolo una doppia interpretazione. Giocando l’avventura in 4 sarà estremamente più facile accumulare Electoons per sbloccare i livelli bonus, ma impegnati a darsele di santa ragione si potrebbero trascurare gli elementi più nascosti. Affrontandola in singolo, l’avventura avrà un ritmo più ragionato ma non per questo meno divertente, soprattutto nel livelli più impegnativi si rivelerà estremamente appagante. Questa modalità trae molto spunto dal gameplay visto in New Super Mario Bros, da un lato la collaborazione per superare passaggi ostici, dall’altro un continuo ostacolarsi per vedere i propri amici morire inesorabilmente, per poi vederli tornare in vita all’interno di bolle. Il punteggio finale del livello però sarà univoco, non c’è quindi un vero e proprio motivo per ostacolare i propri amici, se non per del sano e puro divertimento.

Una melanzana ben cucinata 

Per quanto concerne il gameplay vero e proprio ci troviamo di fronte ad un classico platform a scorrimento orizzontale, tanto semplice  da padroneggiare, ma tanto arduo da controllare in determinate fasi, in cui il tempismo farà da padrone. Alla liberazione di ogni grande fata, Rayman otterrà un nuovo potere, ne sono ben 4, diamogli un’occhiata.

  • Pugni: la prima abilità che si ottiene sono i semplici pugni che, tramite pressione ripetuta o caricata andranno creare colpi più complessi e efficaci, o colpi speciali quali la trottola, capace di stendere chiunque.
  • Capellicottero: abilità già vista nei precedenti Rayman, verrà utilizzata soprattutto per planare, ma in determinate circostante, grazie a livelli appositamente studiati, verrà utilizzata per lunghi tratti, tramite correnti d’aria.
  • Glu, Glu, Glu: potere che permette di immergersi e di nuotare sott’acqua, tra meduse elettriche, serpentoni appuntiti e tentacoli pronti a stritolare il nostro protagonista.
  • Sembra Sonic ma non è: ultimo ma non meno importante è il potere che permette di correre sui muri, nei livelli avanzati metterà alla prova il vostro tempismo, con livelli estremamente veloci e pericolosi.

Il sistema di controllo si basa sul Wiimote mantenuto in orizzontale e risulta scomodo per determinate situazioni, i livelli in cui correre risulta fondamentale, diventano difficili per colpa del tasto dorsale B, scomodo da tenere premuto in questo modo. Sarà dunque possibile utilizzare il classic controller o un pad Gamecube. A parte questo piccolo neo, il titolo ha un ottimo sistema di controllo, preciso e funzionale.

Ublart Montpellier, Ublart Framework

Dal punto di vista tecnico “Rayman Origins” si presenta come una piccola opera d’arte, non tanto per le avanzate tecniche grafiche o la grafica pompata alla Battlefield, ma per la cura maniacale ai dettagli, per lo stile curato ed il design ispirato, per i livelli ed i fondali disegnati a mano, che nell’insieme danno l’idea di trovarsi davanti un cartone animato, fresco e colorato. Tutto grazie all’Ublart Framework, creato dallo stesso Ancel e sfruttato ottimamente dai ragazzi di Ublart Montpellier.

 Wii VS HD

Confronto Wii / HD - Clicca per ingrandire

A livello di contenuti il gioco è sostanzialmente uguale in ogni versione, ma ovviamente la versione Wii si distacca tecnicamente dalla controparte in HD, dove il gioco da il meglio di se, con i 60 frame al secondo e una grafica pulita e dettagliata. Il neo in questa perdita grafica da qualche problema nella modalità 4 giocatori, poiché quando la visuale si allarga la bassa pulizia grafica rende difficile l’individuazione del proprio personaggio. Il gioco resta comunque tecnicamente splendido su qualsiasi piattaforma.

E’ tempo di suoni!

 

Sul fronte sonoro troviamo effetti e piccole vocine che andranno a ritmo con la situazione o il livello che ci troveremo di fronte, a parte qualche jingle troppo ripetuto, possiamo premiare il comparto sonoro, che si adatta perfettamente al tono scanzonato e cartoonesco del titolo.

Collector’s Edition


L’edizione da collezione contiene un Artbook, la colonna sonora completa ed il gioco in una confezione speciale che una volta aperta mostrerà una piccola  base di cartone con Rayman e Globox, tutto al prezzo di 64,90 euro e riservata al solo mercato Europeo (strano ma vero!).