Xenoblade Chronicles | Recensione

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E’ ormai noto che il mercato videoludico subisca continue flessioni e rinascite. Stessa cosa vale per i vari generi presenti sul mercato i quali, con i loro periodi d’oro, hanno spesso e volentieri decretato il successo di molte console del passato.
Purtroppo capita che in un determinato periodo si abusi talmente tanto di un genere da arrivare al punto di venirne nauseati, con la diretta conseguenza che vede le software house abbandonare poco per volta il suddetto genere. Uno degli esempi più lampanti lo abbiamo con i giochi di ruolo e più precisamente con i j-rpg, i quali hanno fatto letteralmente la fortuna di console come SNES e PS1, ma che sono stati via via relegati al territorio nipponico.
Di questi periodi in cui lo sparatutto domina incontrastato, è realmente difficile per i jrg ritagliarsi uno spazio degno di nota : addirittura vediamo brand come Final Fantasy, storicamente appartenenti al genere, cambiare improvvisamente rotta per venire incontro alle esigenze di mercato.
Tuttavia per gli amanti del genere vi è ancora qualche barlume di speranza e la proposta attualmente più valida è senza ombra di dubbio fornita dai Monolith Soft (da non confondere con i Monolith Productions, team americano sviluppatore di F.E.A.R.), i quali hanno riportato in auge uno dei brand jrpg più famosi al mondo, regalandoci un capolavoro immenso : stiamo parlando di Xenoblade Chronicles.

Innanzitutto premettiamo che Xenoblade Chronicles è un titolo di recente uscita solo per quanto riguarda il nostro continente, poichè sul suolo nipponico è disponibile da oltre un anno. L’attesa per mettere le mani su questo attesissimo gioco è stata lunga, tanto che ormai si cominciavano a perdere le speranze di una localizzazione europea del titolo. Tuttavia manca ancora all’appello il mercato statunitense : proprio per questa mancanza è stato creata un’imponente raccolta di firme ed opionioni chiamata “Operation Windfall”, mirata a portare negl i states i tre j-rpg che stanno facendo sognare mezzo mondo ovvero Xenoblade Chronicles, The Last Story e Pandora’s Tower.

Scontro fra titani

La trama di Xenoblade Chronicles è di quelle che sin dalle prime battute di gioco riesce a trasportare il videogiocatore nell’universo da essa narrato. Non abbiamo nemmeno il tempo di inserire il disco di gioco e di selezionare il nuovo file che subito veniamo catapultati nel centro dell’azione senza troppi fronzoli narrativi tedianti.
La narrazione di Xenoblade inizia con lo spiegarci come è nato il mondo su cui prenderanno vita le nostre azioni. All’alba dei tempi l’universo era dominato da due imponenti titani, Bionis e Mechanis, i quali si scontravano da tempo immemore. Giunti entrambi allo stremo delle forze, riposero nei rispettivi ultimi attacchi tutta la loro potenza rimasta in corpo uccidendosi a vicenda e restando immobili in posa da battaglia. Dopo milioni di anni sul corpo immenso di Bionis cominciò a svilupparsi la vita e di conseguenza gli insediamenti di esseri umani.
Questi umani sono tuttavia vittime di attacchi sconsiderati da parte dei mechan, robot che vogliono sterminare gli esseri viventi per motivazioni che vi lascio il gusto di scoprire. Un anno prima dell’inizio della nostra avventura prese luogo la cruenta “battaglia della spada”, in cui l’eroe Dunban armato della sua fudata spada “Monade” pose fine all’attacco che stava mettendo in ginocchio la popolazione di Bionis. Tuttavia un anno dopo tali avvenimenti un nuovo attacco dei Mechan imperversa sulle tranquille vite degli esseri umani e qui entra in gioco Shulk, il protagonista dell’avventura, il quale dopo un avvenimento che gli stravolgerà la vita intraprenderà un viaggio per porre la parola fine sulla piaga dei Mechan.
Ad accompagnarlo ci sarà l’amico del cuore Rein e soprattutto colei può essere definito un personaggio non giocante a tutti gli effetti : la Monade. Shulk infatti scoprirà di possedere la forza interiore per dominare l’enorme potere di questa spada, la quale può essere controllata solo da pochi eletti e che è l’unica arma efficace contro la minaccia dei Mechan.

Una classicità tutta rinnovata

Come tutti sappiamo il genere dei j-rpg attira un’utenza piuttosto limitata ormai anche a causa di difetti di difficile digeribilità presenti in questi titoli. Uno dei pregi migliori di questo Xenoblade Chronicles è proprio quello di riuscire a mantere fede alla classicità ormai collaudata ed eliminare o quanto meno modificare tutti quegli aspetti che minano la giocabilità dei j-rpg.
Andiamo con ordine. Come tradizione di ogni gioco di ruolo che si rispetti la mappa di Xenoblade è estremamente vasta e soprattutto molto suggestiva per il fatto che si adagia sui corpi esanimi di due titani.

Inoltre sarà possibile sin da subito esplorarla per intero anche se è fortemente sconsigliato per ovvi motivi : spesso e volentieri si verrà tentati dall’abbandonare la via principale incuriositi da un suggestivo scorcio di paesaggio o da una misteriosa grotta nascosta alle spalle di una cascata. Questa esplorazione tuttavia non sarà fine a sè stessa perchè scoprire nuovi luoghi ci verrà ricompensato con preziosi punti esperienza : senza dimenticare che sarà così possibile trovare oggetti nascosti e sub quest aggiuntive.
Proprio la quantità delle missioni secondarie ci fa rendere conto della vastità di questo gioco : sono difatti presenti qualcosa come 388 sub quest da portare a termine che allungano notevolmente la già elevata longevità di Xenoblade, la quale si attesta sulle 40-50 ore.
Portare a termine queste quest farà aumentare l’intesa tra i personaggi e quindi ne avremo benefici in battaglia. Stessa cosa vale per i dialoghi empatici : in determinati punti della mappa si potrà far partire una piccola cut scene in cui due personaggi parleranno a proposito di alcuni fatti del loro passato e in cui dovremo rispondere correttamente per far aumentare l’intesa tra i due

Siccome il titolo consente una libertà d’azione disarmante sono state aggiunte due features che non fanno parte del genere ma che si rivelano molto azzeccate in questo titolo : i PDR (punti di riferimento) e il salvataggio non relegato a punti prestabiliti. Questi due elementi sono di un’utilità unica poichè permettono lo spostamento immediato evitando lunghe e pericolose sessioni a ritroso per raggiungere un determinato punto e di salvare la partita in qualunque punto ci troveremo.

Il nostro personaggio potrà inoltre saltare e nuotare, due caratteristiche che sembrano banali ma che in un gioco di ruolo sono una vera e propria chicca : è inutile dire che tali azioni apriranno dinnanzi a noi tutta una serie di scenari innovativi per i canoni del genere.
E queste non sono che alcune delle caratteristiche di Xenoblade : si potrebbe ancora parlare degli oggetti collezionabili, dell’equip, dell’apprendimento delle abilità…ma è giusto lasciare a voi il gusto di scoprire poco per volta il mondo che vi si aprirà di fronte.

Combattendo s’impara

Giungiamo ora alla parte cruciale del gioco stesso, ovvero il combat style. Il vero fiore all’occhiello del titolo è il sistema di combattimento, il quale si lascia alle spalle i difetti e i clichè accumulati negli anni per dare vita ad una formula del tutto nuova.
Sostanzialmente si tratta di un sistema piuttosto intuitivo da imparare ma se si intende padroneggiarlo al meglio richiederà molta dedizione. Se volessimo trovare un’analogia con un titolo che presenta un battle system simile dovremo rifarci a Final Fantasy XII : difatti in Xenoblade sono completamente eliminati gli incontri casuali (difetto tra i più tediosi dei vecchi j-rpg) ed abbiamo i nemici ben visibili sulla mappa, con la possibilità quindi di evitare gli scontri se non abbiamo voglia di combattere o se non possediamo la forza necessaria.
Per iniziare la battaglia è sufficiente agganciare il bersaglio (guardando quindi di che livello è e se è alla nostra portata) e premere il tasto attacco. Una volta iniziata la battaglia noi controlleremo solo il capogruppo mentre gli altri personaggi eseguiranno delle mosse in base a dei comandi di default.
In basso apparirà il menù di attacco dove potremo selezionare l’attacco o l’abilità da utilizzare a seconda della situazione : in Xenoblade avrà inoltre un’importanza cruciale la posizione da cui sferreremo i nostri colpi rispetto al nemico.

Colpire un avversario alle spalle, frontalmente o sul fianco comporterà una diversa quantità di danno e degli status che si potranno infliggere solo in determinate condizioni. Tali abilità non richiederanno la spesa di MP ma avranno un tempo di ricarica. Abbiamo quindi una totale eliminazione degli oggetti curativi e la salute del party verrà ripristinata poco a poco una volta conclusa la battaglia : questo è senz’altro un altro punto a favore di un gameplay ben strutturato e che si pone l’obiettivo di riattirare a sè i fan del genere.
Ci sono poi delle novità interessanti come le fasi d’intesa : in determinate fasi dello scontro ci verrà rischiesto di premere con tempismo il tasto “b”, risollevando così il morale dei membri del party ed aumentando il livello della barra del gruppo. Quest’ultima è divisa in tre segmenti ed è molto utile in quanto permette di eseguire delle abilità speciali di gruppo oppure, usando i blocchi singolarmente, di rianimare o incitare un compagno di squadra.
Sconfitto il nemico rilascerà un forziere con la nostra ricompensa ed otterremo dei punti che una volta accumulati ci permetteranno di migliorare le nostre abilità tramite un classico upgrade.
Lo so può sembrare tutto tremendamente complicato da spiegare ma pad alla mano il tutto scorre liscio e in poco tempo si riesce subito a dominare un sistema solo all’apparenza ostico. Ovviamente contro i nemici più potenti non sarà sufficiente attaccare a ripetizione ma servirà uno studio approfondito della tattica per venire a capo dello scontro e d’altra parte, essendo un gdr vecchia scuola, è giusto che sia così.

Sua maestà Xenoblade

Parlando di un esclusiva per Nintendo Wii, il comparto tecnico del gioco va ovviamente contestualizzato alla potenza di una console nettamente inferiore alle dirette concorrenti. Tuttavia attraverso lo sviluppo di Xenoblade Chronicles l’hardware del Wii è stato spinto al massimo ottenendo dei risultati davvero sbalorditivi.
Partiamo dall’analizzare il lato grafico del titolo il quale risulta tecnicamente non eccellente se paragonato a titoli PS3/360 ma assolutamente stratosferico data la natura della console su cui è stato realizzato. Paradossalmente se fosse stato sviluppato da Sony o Microsoft per le loro console, il gioco non sarebbe stato in grado di regalare le medesime sensazioni. Proprio il level design dal tratto smorzato, a causa di una potenza dell’hardware ormai vecchia, conferisce al gioco quel tocco fantasy che tanto abbiamo imparato ad amare negli anni passati e che è praticamente scomparso nei gdr odierni. Ad ogni cambio d’inquadratura verremo attratti da un paesaggio mozzafiato : spesso quando si ha a che fare con titoli aventi una mappa di gioco tanto ampia, gli scenari tendono ad assomigliarsi l’un l’altro diventando alla lunga monotoni. Questo non è affatto il caso di Xenoblade in quanto i Monolith hanno dato fondamentale importanza alla cura del dettaglio delle ambientazioni e capiterà spesso di volere ruotare la telecamera per ammirare tanta magnificenza.

Arriviamo poi al secondo aspetto tecnico ovvero alle musiche. Come in ogni rpg che si rispetti, la colonna sonora ricopre un ruolo fondamentale nell’avventura : senza dei brani omogenei allo spirito del gioco difficilmente un rpg può definirsi riuscito in pieno. Xenoblade Chronicles non pecca nemmeno sotto questo punto di vista poichè la soundtrack del gioco non passa certo nell’anonimato. Al pari di produzioni musicali come le OST dei vari Final Fantsasy, in Xenoblade i brani della colonna sonora sono un vero e proprio tripudio sinfonico che in men che non si dica ci entreranno in mente per non abbandonarci più.
Anche il doppiaggio è realizzato con particolare maestria e si potrà scegliere sia quello inglese che quello originale in giapponese. Tuttavia non è presente la localizzazione italiana : questo però non risulta essere un problema ai fini del gioco poichè i sottotitoli in italiano sono stati curati molto…aspetto che invece spesso viene messo in secondo piano.

What a wonderful world

Descrivere in maniera imparziale un videogioco dal tale spessore etico e psicologico risulta pressochè impossibile ed oltre modo irrispettoso. In ogni vero gioco di ruolo che si possa fregiare di questa classificazione, il fulcro su cui tutto il titolo dovrebbe incentrarsi è la trama e la sfera emozionale che riesce a smuovere.
Ed è proprio su questo aspetto che Xenoblade Chronicles dà il meglio di sè difatti, sin dalle prime battute di gioco, è percebile un’energia quasi indescrivibile. Una trama da subito appassionante per gli avvenimenti mostrati, dei personaggi molto ben caratterizzati che non scadono mai nei clichè del genere ed un ispiratissimo level design conferiscono a Xenoblade Chronicles un carisma a cui difficilmente si può restare indifferenti. In questo titolo gli amanti degli rpg vecchia scuola troveranno tutto ciò di cui da anni sentivano la mancanza : tuttavia stiamo parlando di un titolo talmente d’alto profilo che risulta trasversale ai gusti e alle passioni…uno di quei titoli destinati a riscrivere in maniera indelebile un’epoca e a cui è quanto meno corretto conferire il beneficio del dubbio.

Concludendo

Xenoblade Chronicles dall’alto della sua maestosa produzione abbaglia l’intero panorama videoludico, ponendosi come punto di riferimento per tutti i j-rpg che verranno sviluppati in futuro. E’ ancora troppo presto per poter emettere sentenze tanto eclatanti, ma probabilmente ci troviamo di fronte al gdr di questa generazione se non ad uno dei migliori mai realizzati al pari di capisaldi come Chrono Trigger e i vari Final Fantasy (esclusa la recente degenerazione iniziata dal dodicesimo capitolo). E’ assolutamente da elogiare lo sforzo dei Monolith i quali sono riusciti a creare una prodotto di pregiata fattura pur non possedendo un budget dei più importanti. Con Xenoblade Chronicles viene lanciata una sorta di tacita scommessa : far capire ai videogiocatori e alle software house che i gdr vecchia scuola non sono morti ma anzi sono più vivi che mai e pronti a riprendersi la loro fetta di mercato. Si spera quindi che questo funga da punto di rinascita del genere e che si torni finalmente ad investire su un genere che ha ancora moltissimo da dire.

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